Adenotonsillectomia
L’adenotonsillectomia in età pediatrica è uno degli interventi che suscitano sempre dubbi nel genitore e, in effetti, la valutazione se intervenire è legata sempre a un bilancio dei disturbi e dei possibili benefici. Alle condizioni già note che consigliano il bisturi se ne aggiunge ora un’altra: la Sindrome delle Apnee Ostruttive Notturne (OSAS). Nei bambini questo disturbo è particolarmente grave perché interferisce con la capacità di attenzione e apprendimento quindi, in pratica, con lo sviluppo intellettuale. Il campione studiato è stato scelto su una popolazione di 2000 soggetti pediatrici , accertando attraverso un questionario se i piccoli (di età compresa tra 3 e 5 anni) russavano rumorosamente per almeno tre giorni alla settimana e stabilendo, attraverso il test della polisonnografia, se presentavano già alterazioni della struttura del sonno che. I bambini così selezionati sono stati sottoposti anche a un test per valutare le capacità cognitive, la Differential Ability Scale o DAS, dove hanno riportato punteggi significativamente inferiori a quelli del gruppo di bambini non affetto dal disturbo che è stato preso come controllo. Dopo la rimozione di adenoidi e tonsille, sia i bambini affetti da apnea ostruttiva sia il gruppo di controllo sono stati riesaminati a quattro mesi dall’intervento. Innanzitutto, è stato colmato lo svantaggio in termini di capacità cognitive: in pratica le prestazioni erano identiche, come se non vi fossero mai state differenze. Anche l’esame polisonnografico ha mostrato che nei bambini trattati chirurgicamente non erano più presenti anomalie del sonno. In particolare, diminuiva la percentuale del sonno REM, quello caratterizzato dai movimenti oculari e dall’attività onirica, mentre aumentava quello profondo, ristoratore, caratterizzato dalla comparsa nell’elettroencefalogramma delle onde delta. Ovviamente miglioravano anche i parametri respiratori dei bambini operati: non solo minori episodi di apnea, ma anche una riduzione significativa dell’ipoapnea. Questo non significa che ogni qual volta vi sia apnea ostruttiva l’intervento sia risolutivo, ma certamente diventa una delle opzioni con maggiori probabilità di successo.