Ipertensione arteriosa refrattaria
Normalmente i valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica presentano variazioni circadiane caratteristiche; durante la notte si assiste ad un calo dei livelli pressori uguale o superiore al 10% rispetto a quelli diurni: tale fenomeno delinea il profilo “dipper” e si verifica in concomitanza con le ore di sonno. In una percentuale di pazienti ipertesi pari al 25%, si osserva un ridotto o mancato calo della pressione durante le ore notturne: si parla in tal caso di profilo “non-dipper”. Vi sono poi individui che manifestano una eccessiva riduzione notturna della pressione arteriosa, superiore al 20% (extreme dippers) ed altri che sperimentano addirittura un incremento di valori pressori notturni rispetto a quelli diurni (reverse dippers). Il discostarsi dal fisiologico variare dei parametri pressori nell’arco della giornata si pensa possa predisporre ad una maggior morbilità: si ipotizza che l’esposizione costante ad un sovraccarico pressorio durante le 24 h, possa comportare un maggior danno degli organi bersaglio e, quindi, una prognosi peggiore rispetto ai soggetti dippers. Una caratteristiche peculiare dell’ipertensione arteriosa riscontrata nei soggetti con sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS) è un profilo di tipo non-dipper. In soggetti con diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive, Suzuki e coll. hanno riscontrato una prevalenza di profilo pressorio “non-dipper” pari al 48%: altri autori avevano riscontrato frequenze fino al 68%. Da questo studio è emerso, inoltre, che l’alterazione del profilo notturno della pressione arteriosa è indipendente dallo stato ipertensivo piuttosto che normotensivo. Osservando i soggetti con profilo non-dipper emerge inoltre un’ associazione statisticamente significativa con la gravità dell’OSAS cioè con l’ indice apnea/ipopnea (AHI).