Diversione bilio-pancreatica
L’intervento di Diversione Bilio-Pancreatica (DBP) ha l’obiettivo di ridurre la quantità di grassi e amidi che vengono assorbiti dall’intestino, che viene bypassato per gran parte del suo tratto. E’ l’unica metodica in grado di consentire una riduzione ponderale notevole (65-75% del peso in eccesso) e soprattutto di mantenerla per tutta la vita. L’intervento garantisce i migliori risultati sul piano della perdita di peso e, di conseguenza, nei confronti delle malattie associate, compresa la sindrome metabolica poiché consente l’assorbimento giornaliero di una quantità massima di calorie (circa 1.700 calorie al giorno per l’uomo e circa 1.400 per la donna) oltre la quale non si verifica più assorbimento. Con questa tecnica chirurgica si accorcia il tratto di intestino con funzione di assorbimento di nutrienti, si mantengono due vie nettamente separate per gli alimenti e i succhi biliopancreatici ottenendo così una condizione di malassorbimento cronico per grassi e zuccheri complessi. L’intervento non altera però l’assorbimento degli zuccheri semplici e dell’alcol che andranno quindi opportunamente monitorati. Nella diversione bilio pancreatica secondo Scopinaro, ideata nel 1979, la continuità del tubo digerente viene interrotta sezionando l’intestino tenue intorno al suo punto medio. La parte inferiore viene collegata allo stomaco, dal quale viene asportata la porzione bassa al fine di azzerare la produzione di acido e quindi la possibilità di ulcera intestinale da acido. La porzione alta dell’intestino, proveniente dal duodeno che rimane chiuso a fondo cieco, nel quale si raccoglie la secrezione biliopancreatica, viene collegata all’intestino proveniente dallo stomaco in un punto situato a breve distanza dal colon, cosicché il contatto tra gli alimenti e la secrezione biliopancreatica venga limitato a uno spazio, e quindi a un tempo, molto brevi. Poiché la secrezione biliopancreatica è necessaria per la digestione e quindi per l’assorbimento dei grassi e dei farinacei, la riduzione dell’assorbimento è limitata a questi ultimi, mentre nel tratto proveniente dallo stomaco possono essere normalmente assorbiti gli alimenti privi di contenuti calorico ma indispensabili per l’organismo. Esistono poi delle varianti di questa tecnica, come l’intervento di diversione bilio-pancreatica con duodenal switch, in cui la sezione dello stomaco avviene verticalmente (sleeve gastrectomy) e vengono conservati il piloro, cioè la valvola tra stomaco e intestino e una minima porzione del duodeno, garantendo un fisiologico svuotamento gastrico. Occorre dire, per completezza, che anche la colecisti viene d’obbligo asportata, onde evitare quella che sarebbe un’elevatissima incidenza di calcoli biliari. Si tratta di un intervento indicato in una selezione ristretta di soggetti con obesità patologica grave e/o con alle spalle una storia di fallimenti dopo interventi restrittivi. È particolarmente indicata nei soggetti che non hanno attitudine a collaborare. Grazie al suo meccanismo di azione, la diversione biliopancreatica è l’unica metodica esistente capace di fornire il vero risultato, consistente nella riduzione ponderale, ma soprattutto nel mantenimento del peso raggiunto a tempo indefinito. Per questo non vi è necessità di alcuna collaborazione da parte del paziente. Il paziente deve essere però costantemente monitorato per prevenire eventuali carenze nutrizionali gravi che richiedono quindi la collaborazione del soggetto per l’assunzione regolare di supplementazioni (ferro, calcio, vitamine) e per la regolazione dell’introito di zuccheri semplici. Dopo intervento di DBP, come noto, vi è un aumento dell’alvo che solitamente non supera le 3-4 scariche giornaliere di feci solitamente normoformate. Dopo qualche anno, necessario all’intestino nel quale si vuota lo stomaco per acquisire normale capacità di assorbimento dell’acqua, l’alvo torna a essere quello che era prima dell’intervento sia per numero sia per consistenza delle feci. Esiste invece un effetto collaterale dell’intervento che può risultare anche assai fastidioso, ed è dovuto all’azione di fermentazione e putrefazione che, come normalmente accade, la flora batterica esistente nel colon, esercita sulla massa di alimenti non assorbiti che vi perviene e che deve attraversarlo per l’eliminazione fecale. Tale fenomeno, che si traduce in pratica in aumento del cattivo odore delle feci e del meteorismo addominale, è ovviamente proporzionale alla quantità di cibo ingerito e può disturbare soprattutto perché il gas prodotto in eccesso, se emesso, ha cattivo odore, dunque può provocare imbarazzo. Molti tra i pazienti operati che hanno questo problema individuano gli alimenti (non necessariamente sempre gli stessi) che maggiormente provocano il fenomeno e imparano a gestirli in accordo con la loro vita di relazione. Il problema è comunque risolvibile con l’uso della neomicina che elettivamente distrugge la flora batterica anaeorobia che abita il colon, e che ha il vantaggio di avere solo azione locale, dunque, non essendo assorbito, non va in circolazione e può essere usato per tutto il tempo che si desidera. La dieta post-intervento è completamente libera rispetto a quella imposta dagli altri interventi, favorendo alimenti di qualità: carne, pesce, formaggi, grassi. Con la diversione biliopancreatica, infatti, il peso corporeo non è più dipendente da quanto si mangia ma da quanto si assorbe e in questo caso l’assorbimento di calorie rimane costante per tutta la vita e di conseguenza anche il peso. Fa eccezione, come già detto, l’apporto di zuccheri semplici (il normale zucchero con cui cuciniamo, quello contenuto nella frutta, nei dolci e nelle bevande zuccherate) il cui assorbimento può essere modificato con la dieta per controllare l’eventuale tendenza individuale a stabilizzarsi su un peso superiore o inferiore a quello auspicato. Fanno eccezione anche latte e alcol i cui introiti vanno regolati individualmente. La DBP è un intervento più complesso e invasivo rispetto a quelli restrittivi. La mortalità operatoria è pari a circa lo 0,5%).