Disposizioni Unione Europea
Dal 01/01/2016 l’Italia dovrà recepire la Direttiva europea n°85 del 1 luglio 2014 se non vorrà incorrere nella procedura per infrazione: nei casi in cui durante una visita per l’idoneità alla guida, si riscontreranno elementi che fanno pensare a una Sindrome delle Apnee nel Sonno (OSAS) sarà necessario approfondire la diagnosi per accertare l’entità del problema; se risulterà inquadrabile come OSAS di grado moderato o grave verrà consigliato di non guidare, in attesa della conferma della diagnosi. La patente di guida potrà poi essere rilasciata a chi dimostrerà (con certificazioni specialistiche) di seguire il trattamento e di aver ottenuto un miglioramento, in particolare della sonnolenza. Chi soffre di apnee del sonno “moderata o grave” – specifica la direttiva – dovrà essere poi seguito con verifiche dell’idoneità che al massimo potranno essere triennali (per le patenti di auto o moto) o annuali (per chi guida automezzi pesanti). I medici in generale e quelli di famiglia in particolare avranno l’obbligo di segnalare alle Commissioni patenti o alla Motorizzazione i nomi dei pazienti che soffrono di apnee del sonno? Questo non è auspicabile: perchè porterebbe molti a “nascondersi” e a negare una patologia che ha un impatto pesante sulla salute. Bisogna, piuttosto, sensibilizzare i pazienti perché si sottopongano a test ed esami appropriati e, quando è necessario, si curino. Solo se è presente una condotta pericolosa (OSAS non trattata o persistenza di sonnolenza) allora tra “segreto professionale” e “obbligo di segnalare” dovrebbe prevalere quello della segnalazione alla Motorizzazione, finalizzata alla tutela della sicurezza della collettività oltre che a quella dell’interessato. In caso di richiesta di riconoscimento di invalidità o di fornitura da parte della Asl (su prescrizione dello specialista e con riconoscimento di invalidità) del ventilatore CPAP, si potrebbe prospettare un obbligo di segnalazione, come già avviene per altre situazioni, ad esempio per l’epilessia. Come in altri Stati Europei anche in Italia chi soffre di OSAS ed è un’ autista di professione continuerà tranquillamente a fare il suo lavoro a patto che dimostri di curarsi.