La parete vasale
Le alterazioni delle proprietà visco-elastiche della parete vasale modificano le capacità e le funzioni di quest’ultima; è inoltre ormai accettato che l’irrigidimento della parete costituisca un parametro precoce per definire il grado di rischio di patologie cardio e cerebrovascolari. La sindrome delle apnee ostruttive (OSAS) è riconosciuta come fattore di rischio indipendente per la patologia cardiovascolare: ipertensione arteriosa sistemica, scompenso cardiaco, coronaropatie, aritmie, mortalità e morbidità cardiovascolare oltre che per eventi acuti cerebrovascolari. E’ stato dimostrato che soggetti con OSAS presentano segni precoci di aterosclerosi quali alterazioni della distensibilità vascolare, incremento della rigidità arteriosa e dello spessore miointimale indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio cardiovascolari. Le alterazioni vascolari sono inoltre correlate alla severità dell’OSAS. La rigidità arteriosa, in particolare, è al momento ritenuta indicatore predittivo di rischio cardiovascolare migliore della pressione arteriosa. Le proprietà elastiche della parete aortica infatti permettono di svolgere una funzione di modulazione del flusso sanguineo che da intermittente e pulsatile a livello della pompa cardiaca diventa cosante nei capillari. Le alterazioni di tali proprietà portano a ripercussioni sia a livello del ventricolo sinistro che del circolo coronarico. Nei soggetti con OSAS si verificano alterazioni strutturali e funzionali della parete vascolare che contribuiscono al deterioramento anche della funzione cardiaca determinando stress di parete attraverso l’incremento del post carico. Durante il sonno, ripetuti episodi di occlusione delle vie aeree con conseguente ipossiemia d ipercapnia, con drastiche modificazioni della pressione intratoracica condizionano modificazioni di natura emodinamica, autonomica umorale e neuroenndocrina. Le risposte innescate dagli eventi apneici sono in grado di determinare alterazioni della funzione cardiovascolare non solo durante le ore notturne ma anche durante il giorno. Sono stati descritte da alcuni autori variazioni della pressione arteriosa, della viscosità ematica correlata ad incremento dell’IMT nei pazienti con OSAS come anche eventi acuti cerebrovascolari durante il sonno fino ad un’ora dopo il risveglio. Si può affermare che il disturbo del sonno contribuisca ad una alterazione sia strutturale che funzionale della parete arteriosa e che quindi possa predisporre ad uno sviluppo più rapido di aterosclerosi. I nostri dati permettono di fare un’ulteriore osservazione: lo spessore miointimale dell’arteria carotide correla, oltre che con l’età, anche con i secondi di apnea. Questo suggerisce che le alterazioni strutturali della anatomia della parete vasale si sviluppano indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio nei pazienti con disturbi del sonno . Tuttavia, malgrado la significatività statistica, il limite principali dello studio è risultato essere la bassa casistica. Sarebbe interessante valutare se tali dati possano trovare conferma in uno studio con una più ampia popolazione.