Arteriosclerosi
Gli stati pro flogistico ed ossidativo, attivando le cellule infiammatorie, si rendono artefici degli stadi precoci di danno alla parete arteriosa e, successivamente, promuovono l’instabilità e la rottura di una eventuale placca. L’ipertensione arteriosa, che, come si vedrà, rappresenta un’altra caratteristica dominante il quadro clinico dell’OSAS, aumenta lo stress tangenziale sul vaso ed aggrava il rimodellamento delle pareti vascolari. Un buon parametro nella valutazione precoce dell’aterosclerosi è la misurazione dello spessore delle tonache intima-media (ITM, intima-media thickness), generalmente ottenuta attraverso metodica ecografica a livello dei vasi carotidei. Minoguchi e coll. hanno esaminato una coorte di 36 uomini con nuova diagnosi di OSAS e 16 controlli obesi le cui caratteristiche basali non differivano in modo significativo da quelle dai casi, fatta eccezione per i parametri relativi al disturbo del sonno (AHI,% di tempo di sonno con saturazione di ossigeno < 90%, numeri di risvegli su ora di sonno).Tutti i soggetti arruolati erano privi di comorbilità (compresi ipertensione arteriosa, diabete ed iperlipidemia), così da rendere più univoca l’interpretazione dei risultati. L’IMT è risultato marcatamente più elevato negli OSAS (1.07 c. 0.71, p < 0.001) e maggiore nei casi di malattia moderata e severa (da questi autori definita come un AHI ≥ 20) rispetto alle forme lievi. La prevalenza di placche nei soggetti OSAS era del 30.4% (c. il 12% dei controlli) e più alta se l’AHI era superiore a 20. Lo studio ha anche evidenziato che i livelli di PCR, IL-6 ed IL-18, più elevati nei casi rispetto ai controlli, correlavano positivamente con lo spessore intima-media, così come pure l’età, l’AHI e la percentuale di tempo trascorso a livelli di saturazione di ossigeno < al 90%. E’ quindi lecito supporre che il processo di aterosclerosi è marcato ed accelerato nei pazienti con OSAS indipendentemente da altri fattori di rischio coesistenti e che il danno vascolare risulta tanto più importante quanto più severa è la patologia respiratoria notturna.