Risvolti medico-legali
La terapia con CPAP, fatta eccezione per una modesta percentuale di soggetti cosiddetti non responder, non solo allevia la sonnolenza diurna, ma si è dimostrata efficace anche nel migliorare le funzioni cognitive e lo stato di salute generale dei pazienti. Un problema è però rappresentato dal giudizio sulla permanenza di eventuale sonnolenza diurna residua. Non è applicabile l’automatismo secondo il quale un soggetto in terapia con la CPAP abbia un minore rischio di colpi di sonno alla guida, poiché si stima che una percentuale di coloro cui è stata prescritta la CPAP non si attenga correttamente alla terapia, tanto che l’aumento della compliance e il mantenimento di un uso quotidiano della CPAP figurano fra gli obiettivi principali dello specialista. Queste difficoltà di giudizio rendono indispensabile un dialogo fra medici accertatori e medici curanti, e sarebbe opportuno che in occasione di questo tipo di accertamenti il paziente fosse sempre in possesso di tutta la sua documentazione specialistica e di una accurata relazione clinico- anamnestica redatta dal medico di Medicina generale o dallo specialista in medicina del sonno. Solo da una integrazione fra i parametri clinico-laboratoristici forniti dalla medicina del sonno e i dati emergenti da un’approfondita anamnesi patologica e lavorativa è infatti possibile giungere a una valutazione più corretta.