Rischi in gravidanza
Uno studio condotto dalla Brown University del Rhode Island (USA) e pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, ha valutato le possibili conseguenze della sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS) nella popolazione femminile in età fertile. Lo studio ha interessato oltre 1,5 milioni di donne in gravidanza, in un periodo di tempo compreso tra il 2010 ed il 2014. Non sono state considerate le donne affette da patologie preesistenti alla gravidanza stessa come ipertensione, diabete, obesità e malattie cardiovascolari ed anche con fattori di rischio predisponenti a complicanze come il tabagismo o l’età superiore ai 40 anni.
Le donne affette da OSAS hanno mostrato durante la gravidanza un aumento dell’incidenza di:
- pre-eclampsia del 122%
- crisi eclamptiche del 195%
- diabete gestazionale del 52%
Nel post partum invece è aumentata l’incidenza di:
- insufficienza cardiaca congestizia del 263%
- edema polmonare del 406%
- necessità di isterectomia del 126%
- ricorso al ricovero in terapia intensiva del 174%
Questo probabilmente perché alcuni meccanismi fisiopatologici delle apnee notturne possono interferire con le fisiologiche modificazioni dell’organismo delle donne durante la gestazione. Le donne in età fertile affette da OSAS diagnosticata, negli Stati Uniti, rappresentano solo lo 0.12% degli 1,5 milioni di mamme prese in esame, tuttavia parliamo comunque di circa 1800 donne la cui vita è messa sensibilmente a rischio. Anche se lo studio della Brown University è di tipo “osservazionale”, è un’ulteriore conferma di quanto sia importante indagare la correlazione tra la OSAS e patologia della gravidanza. Diagnosticare una malattia del sonno grave come l’OSAS nelle gestanti permette di eseguire controlli più serrati per monitorare il benessere materno e fetale ed attuare terapie tempestive e trattarle con rapidità ogni possibile complicanza.