Terapia posizionale
Circa 1 persona su 42 di coloro che sono affetti da apnee notturne soffra di quella che viene chiamata Sindrome delle Apnee Ostruttive Notturne (OSAS) di tipo posizionale, caratterizzata dal fatto che la sintomatologia ostruttiva notturna si manifesta in maniera importante quando ci si trova in posizione supina. In questi casi si possono ridurre i sintomi semplicemente facendo dormire il paziente su un fianco. La terapia posizionale è una soluzione semplice, non invasiva e a basso costo che ha dimostrato di funzionare però solo per alcuni casi di OSAS. Il metodo più vecchio e più semplice consiste nel cucire una tasca sul retro della maglietta o del pigiama usati per dormire e di inserire al suo interno un pallina da tennis: quando ci si mette supini si avvertirà il fastidio provocato dalla pressione della pallina e quindi, magari senza svegliarsi, ci si girerà sul fianco. Vi sono certamente dei metodi più moderni progettati per incoraggiare il sonno in posizione laterale: oltre a speciali cinture per il corpo e a cuscini appositi, esistono anche devices di alta tecnologia come il “Night Shift”, un sensore applicato ad una fascia cervicale da indossare prima di coricarsi, che è in grado di riconoscere la posizione spaziale in cui viene posto e vibrare quando chi lo indossa si dispone in posizione supina. Sebbene gli studi abbiano dimostrato che la terapia posizionale possa essere una valida soluzione per il russamento e le forme lievi di OSAS, gli stessi studi hanno dimostrato che questa terapia non può essere considerata un trattamento risolutivo ma solo complementare per i casi più gravi, in cui il collasso delle vie aeree non è correlato unicamente alla posizione assunta durante la notte.