Ipertensione arteriosa
Un numero sempre crescente di studi epidemiologici ha mostrato la frequente associazione fra Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS) e l’ipertensione arteriosa (IA). La Joint National Committee, nella settima relazione pubblicata su JAMA nel 2003, nel ribadire l’importanza del ricercare eventuali cause di ipertensione arteriosa, indica, fra le possibili eziologie, il disturbo delle apnee notturne (OSAS) al primo posto, a testimonianza dell’oramai riconosciuta influenza che la patologia respiratoria ostruttiva esercita nei confronti dell’omeostasi pressoria sistemica. Le ultime linee guida per la gestione dell’ipertensione arteriosa elaborate dalle European Society of Hypertension (ESH) e European Society of Cardiology (ESC) includono il disturbo delle apnee ostruttive del sonno fra le cause di ipertensione arteriosa resistente. In modo particolare, si evidenzia la necessità di ricercare i segni ed i sintomi suggestivi di OSAS nei pazienti ipertesi obesi e con ipertensione resistente alla terapia convenzionale e/o in coloro in cui venga riscontrata un’alterazione del ritmo circadiano della pressione arteriosa, con una riduzione dei valori di PA sistolica e/o diastolica notturna inferiore al 10% rispetto alla diurna (profilo non dipper). Gli autori riconoscono che l’OSAS potrebbe essere responsabile dell’aumento della pressione arteriosa in un’ampia fascia di soggetti ipertesi e che il calo ponderale (provvedimento che andrebbe sempre raccomandato in prima istanza) o la terapia notturna con ventilazione a pressione positiva continua (CPAP) potrebbero aiutare a migliorare il controllo pressorio e/o ridurre il carico farmacologico nel singolo paziente.