Disturbi cognitivi
Negli ultimi anni diverse ricerche hanno dimostrato che il paziente affetto da OSAS può sviluppare deficit cognitivo-comportamentali, che sembrano prescindere dalla sonnolenza diurna (ESD). Mentre le cause dell’ESD sono più o meno riconducibili direttamente alla frammentazione del sonno, dovuta ai frequenti microrisvegli connessi con gli eventi apneici, le cause dei deficit cognitivi nell’OSAS sono ancora da chiarire. Oltre all’ESD, l’OSAS provoca una riduzione generale delle performance diurne che si estrinseca essenzialmente in un serie di difficoltà pratiche che investono l’attività occupazionale, la sfera socio-relazionale, la capacità di organizzazione e pianificazione strategica, la motivazione e la continenza emotiva. Nel bambino, l’OSAS si associa spesso ad un calo del rendimento scolastico e ad un disturbo comportamentale che per molti aspetti ricalca la sindrome ipercinetica con deficit attentivo. Gli studi neuropsicologici finora condotti sul paziente OSAS non trattato mostrano che le funzioni connesse alla sfera verbale, visiva e della memoria a lungo termine sono in genere scarsamente o per nulla alterate. Tuttavia occorre rilevare che in letteratura le casistiche valutate non sono sempre omogenee in termini di gravità dell’OSAS e di durata della malattia. Comunque, gran parte dei deficit cognitivi riscontrati rientra nell’ambito delle cosiddette funzioni esecutive (FE). Per FE si intende l’insieme di attività neuro cognitive che consentono al soggetto di organizzare una risposta comportamentale che permetta un’adeguata reazione di adattamento ad un problema ambientale, sulla base dell’integrazione delle proprie singole capacità. Affinché la risposta sia adeguata è necessario che il soggetto sia in grado di riconoscere la situazione ambientale, di valutare il proprio comportamento, di sviluppare reazioni alternative, di sostenere una coerenza, ma anche una flessibilità dell’azione, di prevedere le conseguenze future del proprio operato e di reagire alla situazione con un adeguato atteggiamento emotivo; tutto ciò a prescindere dal quoziente intellettivo. Studi neurofisiologici, di neuroimaging funzionale e modelli lesionali hanno individuato nella corteccia prefrontale la sede anatomica tali funzioni. Secondo lo schema comunemente accettato, le FE possono distinguersi in sei distinte abilità neuropsicologiche; e ciascuna di esse è stata riscontrata deficitaria nel paziente affetto da OSAS:
funzione di inibizione comportamentale: capacità di poter reprimere la prima risposta istintiva, di poter controllare, durante la sua esecuzione, un’azione già intrapresa e di sopprimere le interferenze ambientali
funzione detta set shifting: identifica la flessibilità del soggetto di cambiare la proprio strategia comportamentale in relazione ad un evento ambientale
autoregolazione affettivo-attentiva: che modula la risposta emotiva e di allerta al fine di mantenere l’interesse sull’evento ambientale
funzione della memoria di lavoro (working memory): sistema attivo nell’ambito della memoria a breve termine, che consente di mantenere una traccia mnesica di un evento e sfruttarla per migliorare la reazione ad un evento successivo
capacità di analisi/sintesi: consiste nell’abilità di adoperare le proprie informazioni esperienzali, al fine di elaborare soluzioni creative e al contempo efficaci
memoria contestuale che consente di ricordare il contesto in cui un’informazione viene immagazzinata
Al momento si ritiene che i deficit cognitivi dell’OSAS possano essere l’effetto di due fattori causali: la frammentazione ipnica e l’ipossia/ipercapnia intermittente. Nel primo caso il depauperamento cognitivo sarebbe il frutto di una mancata azione ristorativa del sonno derivante da una sua scarsa qualità. La funzione omeostatica del sonno verrebbe quindi inficiata dall’impossibilità di continuità ipnica, a causa dell’aumento dell’indice di arousal secondario alle apnee. La persistenza di alcuni deficit cognitivi dopo la terapia suggerisce la possibilità di un danno neuro anatomico permanente sviluppato in corso di OSAS. Danni anossici irreversibili sono stati dimostrati nell’OSAS.