Russamento
Il russamento è considerato il precursore dell’apnea notturna e la sua diagnosi è volta a confermarne la reale presenza e, al tempo stesso, escludere altre patologie respiratorie notturne. La valutazione è volta ad individuare cambiamenti nella conformazione fisica, nelle proprietà strutturali , nella funzione neuromuscolare della faringe e nella pressione richiesta al collasso delle alte vie aeree al fine di individuare il trattamento corretto. Le differenze patofisiologiche per la distinzione tra il russamento semplice e l’apnea/ ipopnea notturna sono differenze quantitative, relazionate all’entità dell’ostruzione. La valutazione dei pazienti con russamento è diretta ai seguenti aspetti:
- confermare la presenza del russamento
- quantificare il russamento
- escludere altre cause di disturbi del sonno
- identificare il trattamento migliore, in relazione anche alla sede del collasso
Il semplice russamento è veramente un problema medico inusuale, tanto è vero che non è comunemente lamentato dal paziente, ma dal suo compagno di letto. A questo proposito è quindi importante che, al fine di svolgere un’indagine completa, il paziente venga visto insieme al partner. Egli infatti può fornire informazioni rispetto a:
- la frequenza del russamento
- la durata del russamento
- la posizione in cui si manifesta (supino o fianco o prono e testimonianza di avvenuti episodi di apnea)
- il grado di disturbo, ossia numero di notti per settimana in cui il paziente ed il partner dormono separati
Vanno valutati i seguenti fattori di rischio:
- sesso maschile: le ragioni non sono ancora chiare, ma probabilmente è relazionato alle differenze nella anatomiche e alla distribuzione del grasso corporeo
- l’obesità: è chiaramente dimostrato che è relazionata ai disturbi del sonno, probabilmente anche perché correlata alla dimensione della circonferenza del collo
- utilizzo di alcool o tranquillanti
- il fumo: questa correlazione è stata individuata in alcuni studi ma non ancora ben chiarita; è possibile che sia correlata all’edema delle mucose a livello nasale e faringeo
- ostruzione nasale: c’è evidenza che per alcuni russatori l’ostruzione nasale sia un fattore critico, ma non è possibile identificare chi rientra all’interno di questo sottogruppo
- sonnolenza giornaliera: è ovviamente correlata con i disturbi del sonno, ma sfortunatamente anche con un numero di altri problemi non correlati al sonno, come depressione, ipotiroidismo
- apnee testimoniate: la testimonianza del partner è un marker per escludere significativi eventi di apnea
- attività motoria notturna anomala: include il sonnambulismo e i disordini dei movimenti degli arti
La valutazione di questi sintomi (associati o meno ad altri parametri) risulta importante al fine di valutare la probabilità della manifestazione futura dell’OSAS. Si associano delle valutazioni non specifiche:
- l’indice di massa corporea
- la circonferenza del collo
- grado di ostruzione nasale: polipi, deviazioni del setto, ipertrofia dei turbinati
- esame della cavità orale e dell’orofaringe
- la laringoscopia, per escludere qualsiasi patologia della laringe
- la pressione sanguigna, in quanto un’ipertensione arteriosa non controllata può essere un marker per OSAS
Importante quindi localizzare l’esatta sede del collasso e quindi il livello al quale il rumore del russamento viene generato. La decisione finale di eseguire un particolare intervento di roncochirurgia infatti, può essere presa solo dalla attenta analisi delle alterazioni anatomiche presenti nel distretto cervicale e del loro impatto sulla fenomenologia del collasso apneico. A questo scopo, l’algoritmo diagnostico di primo livello del paziente roncopatico impiegato nella routine clinica, prevede la realizzazione di uno studio cefalometrico (secondo Riley e Powell) su teleradiografia del distretto cranio-cervicale e lo studio endoscopico delle Vie Aeree Superiori (VAS) . A queste metodiche vanno aggiunte l’ortopantomografia e lo studio TC del massiccio facciale nei pazienti roncopatici che devono essere sottoposti ad interventi di tipo maxillo-facciale. L’ analisi cefalometrica è una indagine radiologica di facile esecuzione, non espone il paziente a significative dosi di radiazioni e permette una analisi sufficientemente completa del distretto cranio-cervicale. Essa consente di valutare il rapporto tra mascella e mandibola, la verticalizzazione del complesso linguale , il grado di avvicinamento della base della lingua alla parete posteriore faringea , e la lunghezza del complesso uvulo-palatale . Lo studio endoscopico prevede l’introduzione dell’endoscopio attraverso una cavità nasale e il suo posizionamento a livello del rinofaringe, per osservare l’ area retropalatale, e caudalmente al palato molle per osservare la area ipofaringea. Lo scopo è quello di rilevare movimenti di collasso delle pareti faringee chiedendo al paziente di inspirare a bocca e naso chiusi (manovra di Mueller modificata).