Caso clinico
In età pediatrica la Sindrome delle Apnee Ostruttive Notturne (OSAS) può presentare un corteo sintomatologico molto variabile; mentre nell’adolescenza si manifesta con le caratteristiche dell’adulto, i pazienti più piccoli presentano un corteo di segni e sintomi particolari del tutto distintivi a cui è necessario prestare la massima attenzione. Essi risultano facilmente valutabili anche dai genitori; pertanto il pediatra dovrebbe sensibilizzarli in modo che siano loro stessi a cogliere le prime manifestazioni. Alcuni di questi sintomi sono prettamente notturni mentre altri si osservano durante il giorno e rappresentano le ripercussioni che tale sindrome ha sulla vita del bambino. Possiamo riscontrare difficoltà nell’addormentamento, respirazione rumorosa durante la notte fino al russamento, agitazione notturna con assunzione di posizioni anomale che servono a contrastare l’ostruzione delle vie aeree, enuresi, sudorazione notturna. Durante le ore diurne questi bambini sono spesso iperattivi, facilmente irritabili e possono presentare inappetenza con rallentamento della crescita ponderale, problemi di comportamento e scarso rendimento scolastico per ridotta capacità nel mantenere viva l’attenzione. I bambini con OSAS presentano anche una riduzione delle capacità riflessive e del quoziente intellettivo. Non è inusuale comunque trovarsi di fronte ad un bambino che manifesta invece pigrizia, svogliatezza e sonnolenza. Anche le sequele psichiche che ne derivano sono diverse a seconda dell’età: nel bambino i disturbi del sonno si associano generalmente ad ansia con l’aumento della frequenza e dell’intensità di alcune paure, mentre nell’adolescente tali disturbi sono associati a depressione. La diagnosi e la definizione di gravità dell’OSAS pediatrica prevede, secondo le linee guida americane più aggiornate, l’esecuzione di un esame polisonnografico (vedi sezione dedicata alla diagnostica). In precedenza si preferiva effettuare una pulsossimetria notturna (esame che valuta la quantità di ossigeno nel sangue) a causa della facilità di esecuzione e dei suoi bassi costi, ma gli ultimi studi in materia smentiscono l’importanza e l’efficacia di tale esame nella diagnostica dell’OSAS. La positività all’esame che permette di definire il bambino come affetto da OSAS deriva dal riscontro nel tracciato di almeno 1,2 apnee/ora di sonno. In caso di positività il trattamento prevede un approccio multidisciplinare. Considerato che nella gran parte dei casi essa deriva dall’ipertrofia adenotonsillare, tipica di questa età, il bambino potrà trarre giovamento dall’utilizzo di corticosteroidi topici e antistaminici prima di ricorrere alla chirurgia, di pertinenza otorinolaringoiatrica. Notevole importanza assume inoltre la figura dell’ortodontista che può favorire, attraverso il posizionamento di vari dispositivi orali, l’apertura delle vie aeree superiori rendendo più difficoltosa la genesi delle apnee.