Fattori di rischio
I conducenti obesi presentano un aumentato rischio di incidenti mortali alla guida. A lanciare l’allarme, alla luce dei crescenti livelli di obesità nel mondo occidentale, Italia compresa, è il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus. Insomma più si è obesi e più si rischia. Soggetti con un indice di massa corporea (BMI) compreso tra 30 e 35 hanno mostrato un aumento del 21% del rischio di morte per incidente; per livelli superiori di obesità, ossia tra 35 e 40, tale incremento sale al 51% rispetto ai soggetti non obesi. Non solo, alcuni dati indicano come le donne obese abbiano una più alta probabilità di morire al volante, ha sottolineato l’esperto citando un recente studio pubblicato dalla rivista americana “Traffic Injury Prevention”. La relazione tra obesità e sicurezza alla guida si esprime attraverso molteplici circostanze. Alcune di esse riguardano gli stessi veicoli o le conseguenze dell’incidente; altre concernono la fisiologia dei soggetti obesi e la loro patologica propensione alla sonnolenza. Nel primo caso, non poca attenzione viene rivolta all’eventuale mancato uso delle cinture di sicurezza che potrebbero risultare molto scomode per un soggetto obeso, elemento determinante al momento dello schianto. Specifici test mostrano che pur indossando la cintura di sicurezza, essa protegga solo una parte del tronco di un soggetto obeso. Altri fattori riguardano i maggiori tempi di estrazione di feriti obesi dalle auto e il possibile ritardo nel trasporto in ospedale. Le vetture sono spesso progettate per proteggere i conducenti normopeso. I conducenti obesi mostrano inoltre una aumentata sonnolenza alla guida a causa della stessa obesità: il grasso addominale, in posizione seduta, impedisce infatti al diaframma di compiere un corretto movimento e riduce di conseguenza gli scambi di aria del conducente; nei polmoni si accumula pertanto più anidride carbonica del normale e questo semplice meccanismo può già da solo determinare un aumento della sonnolenza alla guida. Inoltre un importante numero di soggetti obesi soffre di apnee notturne (OSAS). Le contromisure frequentemente attuate per rimanere svegli alla guida si traducono spesso nell’assunzione di spuntini, bevande energetiche e caffè, senza però ottenere un’efficace vigilanza. Identificare un soggetto a rischio è semplice per qualsiasi medico. E nel caso di sospetta sindrome delle apnee notturne un esame polisonnografico, un test non invasivo, facilita la diagnosi e la scelta terapeutica. La polisonnografia dovrebbe essere pertanto un esame diagnostico irrinunciabile per tutti i conducenti professionali.