Anestesia
Il problema principale di cui l’anestesista deve tener conto è che il grande obeso che si sottopone ad intervento di chirurgia bariatrica non sapeva, sino a poco prima, di essere affetto da Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS). Se la storia clinica del paziente è suggestiva di OSAS è meglio rinviare l’intervento fino a dopo gli accertamenti opportuni. Attenzione particolare va posta ai pazienti che sono stati sottoposti in passato a terapia chirurgica per OSAS perché le recidive della sindrome sono possibili anche a distanza di anni. Considerare l’intubazione in posizione seduta (l’adipe comprime l’addome e distende il diaframma, rendendo il respiro difficile o impossibile nella posizione supina), quindi lentamente reclinare il paziente sempre solo dopo l’intubazione. Mantenere il respiro spontaneo per essere certi che il paziente possa respirare in posizione supina (per valutare la capacità di una ventilazione spontanea al risveglio). Prolungare il periodo di pre-ossigenazione. Ridurre al minimo o evitare oppiacei intra-operatori a lunga durata di azione. Estubare solo quando il paziente è completamente sveglio (scuffiare il tubo endotracheale per una maggior tolleranza del tubo). Stretta sorveglianza: la riduzione chirurgica dell’ostruzione può smascherare una sindrome da apnea centrale non precedentemente evidenziata. Ventilazione con CPAP è raccomandata.